SINS - i vizi capitali nelle opere di Shakespeare

 

Dopo aver esplorato le opere più famose di Shakespeare, la compagnia si addentra nei personaggi del grande autore attraverso i 7 peccati capitali. Un viaggio emozionate tra mondi differenti e opere che apparentemente solo si sfiorano ma che in realtà hanno molto in comune. Una scena che si svolge in bilico tra il mondo reale e quello virtuale, attraverso momenti sul palcoscenico che si intrecciano a quelli sul grande schermo interpretati dagli attori stessi.

Abbiamo scelto personaggi affini ai 7 i peccati capitali, legati a comportamenti perpetrati che portano alla corruzione, poiché si impadroniscono della vita dell’uomo svuotandolo completamente delle virtù dello spirito.

 

I personaggi che identificano i peccati sono i grandi protagonisti delle opere Shakespeariane: Jago con l’invidia (Luca Ferri), Amleto con l’accidia (Luca Marchioro), Shylock con l’avarizia (Alberto Fornasati), Cleopatra con la lussuria (Giulia Cosolo), Macbeth con la superbia (Massimiliano Kodric), Otello con l’ira (Giulio Macrì) ed in fine la Gola che apre lo spettacolo e viene rappresentata da tutti gli attori insieme.

La drammaturgia è un intreccio di dialoghi e monologhi delle opere del grande bardo con frammenti biblici, trattati filosofici e di teologia. Molte sono le contaminazioni con altri testi classici e contemporanei che contribuiscono a rendere forti ed espressivi i peccati nelle parole dei personaggi.

Sulla scena un lungo un tavolo di divinità fuori dal tempo e dallo spazio che, in relazione con Dio, padre di tutto e anche dei peccati stessi, interagiscono tra loro attraverso i diversi quadri che compongono il lavoro.

Sembrano isolate le sette scene ma si riscoprono legate dall’invida, madre di tutti i peccati che tutto

governa e manipola.

 

Lo spettacolo è un’accusa alla definizione stessa di peccato nella società contemporanea che troppo raramente è in grado di comprendere la necessità di peccare per progredire e migliorare...attraverso il peccato possono fiorire le virtù...perché uno possa esistere è necessario che l’altro si manifesti.

Siamo abituati a considerare il serpente il tentatore e colui che ha fatto peccare Eva ma, non andiamo oltre domandandoci “ chi ha tentato il serpente con la tentazione stessa del tentare?”

Regna sulla scena il grande fondale sul quale appaiono i filmati realizzati da Igori Nazarco, Helena Cleofe Finati e Elia Piccoli, che mostrano “l’intimità” e la radice stessa del peccato che si sta svolgendo sul palcoscenico e che, mescolati ai costumi da dei oscuri e atemporali di Emmanuela Cossar con le musiche eseguite solo da violini e violoncelli, creano un’atmosfera sospesa e suggestiva.

 

“Abbiamo scelto di suddividere i peccati in quadri differenti per renderli più evidenti, consapevoli dell’esistenza contemporanea in ogni essere umano. Difficile dominarli, conoscerli e recitarli ma ancora più difficile dargli un’immagine. Lo spettatore può fare un viaggio attraverso se stesso nel riconoscimento delle reazioni che rappresentano l’archetipo di ogni vizio. Ci siamo messi in discussione e abbiamo messo in discussione la visione stessa dei sette peccati, di testi sacri e delle loro interpretazioni. Alla fine rimangono molte domande che non vogliono una risposta: Chi è il vero peccatore? Chi ha generato i peccati e perché? Peccati e virtù non sono parte della stessa essenza?

L’unica risposta possibile è quella che ogni persona si potrà dare alla fine, riconoscendosi nelle parole e nelle reazioni dei personaggi” – Luca Ferri - 

 

Una produzione  Anà-Thema Teatro e Teatro della Corte

Regia Luca Ferri

Assistente alla regia Tiziana Guidetti

Con Luca Ferri, Luca Marchioro, Alberto Fornasati, Massimiliano Kodric, Giulia Cosolo, Giulio Macrì

Direttore della fotografia  Igori Nazarco,

Operatore di macchina Elia Piccoli

Montaggio Helena Cleofe Finati

Costumi Emmanuela Cossar

Foto: Luca D'Agostino